"Credo giusto - affermava Italo Calvino, rispondendo a una domanda sull'estremismo - avere una coscienza estremista della gravità della situazione, e che proprio questa gravità richieda spirito analitico, senso della realtà, responsabilità delle conseguenze di ogni azione parola pensiero".
Le considerazioni di Calvino crediamo siano utili per affrontare un argomento straordinariamente complesso e socialmente rilevante come la scuola e in generale il tema dell'educazione/istruzione/formazione.
In questo speciale numero di Binario 9 ¾ abbiamo provato a offrire analisi (per quanto ancora parziali), spunti, riflessioni, storie di esperienze educative - anche non maturate in ambiti strettamente scolastici - raccolte dal nostro archivio, insieme a qualche selezione più recente, come il volume - Sconfinare la scuola - pubblicato dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli.
Alcuni articoli risalgono ai momenti più difficili e drammatici della pandemia. Sono stati scelti perché pensiamo sia importante non dimenticare la "trincea" in cui le circostanze hanno costretto la scuola, i docenti, gli studenti, le famiglie.
Questo numero speciale è iniziato con la citazione di uno scrittore e si chiude con le parole della filosofa americana Martha C. Nussbaum. È un articolo che venne pubblicato nell'ottobre del 2010, quando c'era un'altra crisi, quella economico-finanziaria. Eppure traccia una rotta attuale per la società e il sistema educativo: "Per capire bene la complessità del mondo non si possono usare solo la logica e le conoscenze fattuali. Le persone hanno bisogno di un terzo elemento, strettamente correlato ai primi due, che possiamo chiamare immaginazione narrativa. Buona parte di questo insegnamento è dato dalla famiglia, ma anche la scuola e l’università svolgono una funzione importante. Per questo, devono attribuire una posizione di primo piano alle materie umanistiche, letterarie e artistiche, utili a una formazione di tipo partecipativo che attivi e perfezioni la nostra capacità di vedere il mondo attraverso gli occhi di un altro".
CORRIERE.IT - 06/04/2021
"Ricominciamo dopo il diluvio. La crisi della scuola non è la DAD"
Alessandro D'Avenia
Lo scrittore-professore e la didattica a distanza: davvero tutto il male dell’istruzione sta lì? "Dobbiamo sbarazzarci della scuola-industria di massa e inaugurare la scuola-bottega, in cui il maestro insegna a tutti i discepoli i fondamenti della sua arte, ma poi segue ciascuno perché si appropri di quei fondamenti con stile unico". Indispensabile "trasformare la materia in sfida e innesco del desiderio (io dico: portare in classe i propri amori e non i propri umori). Un ragazzo non è intelligente una volta per tutte, ma lo diventa grazie a continue e creative attivazioni relazionali e di senso. Non è scemo, è spento; non è limitato, non è stato 'con-tattato'. Il 'con-tatto' è mancato in DAD dove il 'tatto' non c’era già prima".
FONDAZIONE GIANGIACOMO FELTRINELLI - 15/06/2021
Sconfinare la scuola
Insegnanti, dirigenti, educatrici, architetti, urbaniste, filosofi, pedagogiste, psicologhe, attiviste, medici si sono messi in viaggio per immaginare una scuola possibile e necessaria: una scuola che rimetta al centro il diritto di tutte e di tutti a essere e a crescere felici, una scuola che torni a essere bene comune. Dalla prefazione di Massimiliano Tarantino, Direttore di Feltrinelli Education: "Sconfinare la scuola significa indagare una riforma del sistema educativo in cui mettere in atto nuove forme, spazi e percorsi dell’apprendimento in equilibrio tra analogico e digitale, definendo nuovi modelli di governance e Patti educativi territoriali, capaci di mettere al centro bambini e ragazzi e di garantire condizioni di salute e benessere mentale, emotivo e fisico per tutti e tutte. Sconfinare vuol dire quindi abilitare immaginazione sociale per sondare piste radicali e alternative rispetto a come oggi concepiamo la funzione e il ruolo della scuola pubblica".
LA REPUBBLICA AFFARI & FINANZA - 19/04/2021
Kahoot! L'app norvegese che rivoluziona la scuola
Jaime D'Alessandro
"Non è un sistema che si vuole sostituire al docente né è un surrogato di una lezione in presenza, rende però le materie trattate coinvolgenti catturando l'attenzione degli studenti", spiega Eilert Hanoa, AD della piattaforma per l'apprendimento creata in Norvegia nel 2013, una vetrina di giochi a premi fatti dagli utenti nei quali bisogna rispondere a domande su temi di ogni genere, con animazioni, colori sgargianti, colonna sonora a scelta da videogame a 8 bit e la possibilità di interagire con i partecipanti in diversi modi. È usata da 8 milioni di insegnanti nel mondo, ottomila italiani, con 23 milioni di persone registrate.
IL SOLE 24 ORE - 21/03/2021
L'apprendimento può funzionare solo se è attivo e collaborativo
Carlo Ratti
"Combinando la tecnologia del MOOC (massive open online classes) con la socialità delle collab house, abbiamo gli ingredienti che servono a immaginare il campus universitario di domani. Le università tradizionali, con i loro monopoli naturali, sono diventate sempre più inaccessibili: i costi delle lezioni private negli Stati Uniti, sono saliti alle stelle, aumentando di quasi il 25%. I nuovi campus in rete potrebbero fare una rivoluzione. Negli USA potremmo estendere lo stile di vita dei campus ai molti studenti che non hanno mai avuto la possibilità di permetterselo. Nel mondo in via di sviluppo, il campus in rete potrebbe essere una manna per milioni di persone".
SLOW-NEWS.COM - 20/03/2021
Al di là dello schermo
Christian Raimo
"Che anno scolastico è stato il 2020-2021 per la scuola italiana? Una parentesi difficile se non drammatica per ricominciare tutto come prima? Un’occasione per rinnovarla al di là dell’emergenza? Un’ultima stazione di una crisi inarrestabile che ha solo trovato il modo di esplodere?". Un'approfondita analisi, passando al vaglio opportunità, problemi ed emergenze (reali), che consegna la necessità di uno studio complessivo ed esaustivo, dove trovino spazio anche le voci degli studenti, "che sono state meno coinvolte nel dibattito pubblico".
VALIGIABLU.IT - 19/042021
Scuola: “Non possiamo fare a meno del digitale”. Cosa abbiamo imparato con la pandemia e le prossime sfide
Elisabetta Tola
“Non possiamo fare a meno del digitale,” dice Dany Maknouz, docente esperta di didattica digitale in una intervista pubblicata sull’Aula di Scienze Zanichelli, “perché ci aiuta a veicolare contenuti in una forma nuova, a sviluppare ragionamenti in velocità e ragionamenti olistici”. Così come ovviamente non si può fare a meno dei libri e dei quaderni di carta perché sono utili a favorire il ragionamento lento e il pensiero profondo. “Sarebbe utile interrompere la diatriba e guardare alla completezza di entrambi gli approcci.” Nella didattica digitale, dice Maknouz, i docenti possono giocare un ruolo molto importante di presidio del territorio abitato dagli studenti. Il fatto di lavorare online insieme ai propri insegnanti aiuta a inquadrare il mondo della Rete in modo più critico e attento.
IL SOLE 24 ORE - 21/11/2020
Ironia e competenza, così anche gli insegnanti conquistano il web
Giampaolo Colletti
"Parlo ai ragazzi con la loro lingua: uso i social per prendermi in giro e per coinvolgere in modo divertente gli studenti, racconto con ironia le situazioni legate alla didattica a distanza, ma in realtà veicolo i valori per me intoccabili: mi batto contro l'omofobia e il razzismo con messaggi basati su gentilezza e ascolto, ben consapevole anche del mio ruolo", spiega il prof Sandro Marenco, con più 240mila follower su TikTok.
INTERNAZIONALE.IT - 12/02/2021
Earl Shorris (1936 - 2012) racconta un straordinario esperimento sociale compiuto a New York negli anni Novanta: insegnare i classici della filosofia a giovani che avevano abbandonato la scuola e vivevano sotto la soglia di povertà. “I ricchi studiano i classici in scuole private e in università che costano un sacco. E questo è uno dei modi in cui imparano che cos’è la vita politica. Secondo me, nel nostro Paese è questa la vera differenza fra avere e non avere. Se uno vuole il potere vero, legittimo, quello che viene dalla gente e appartiene alla gente, deve capire la politica. E studiare i classici aiuta a farlo. La cosa funziona così: noi vi pagheremo il biglietto della metropolitana; ci occuperemo dei vostri figli, se ne avete; vi offriremo uno spuntino o un panino; vi daremo gratis i libri e gli altri materiali di cui potete aver bisogno. Ma in cambio vi faremo pensare di più, vi faremo usare il cervello a pieno regime, più di quanto vi sia mai capitato".
CONSTRUCTIVE NETWORK - NEWS48.IT - 05/04/2021
Disoccupazione giovanile al Sud: formazione senza barriere e inserimento professionale
Assunta Corbo
Develhope è una software house italiana scesa in campo per ridurre la disoccupazione giovanile al Sud dell'Italia. “Non ho fatto altro che mettere insieme diverse necessità", racconta il Founder Massimiliano Costa. "Per anni mi sono scontrato con la forte carenza di sviluppatori da coinvolgere in alcuni miei progetti di business. Ho incrociato questa mia necessità con un’esigenza evidenziata dai dati e con una criticità italiana e sono arrivato a definire un obiettivo: impiegare i ragazzi del Sud in modo che non si trovino costretti a lasciare la propria terra di origine per il Nord che continua a crescere”.
FANPAGE.IT 01/06/2020
Parola di preside: “Questa pandemia è il più grande esperimento di scuola digitale mai realizzato”
Saverio Tommasi
Aluisi Tosolini è dirigente scolastico a Parma e ritenuto uno dei massimi esperti della pratica di Scuola come intellettuale sociale, e degli insegnanti come “appassionati intellettuali capaci di leggere il tempo e di trascinare per passione gli studenti”. Racconta la didattica nei mesi della DAD e le sfide che attendono i ragazzi come gli insegnanti. "Alla fine e all’inizio di tutto c’è sempre l’idea che l’istituzione scuola esiste e a ha un senso perché rimuove ostacoli”.
INTERNAZIONALE.IT 07/05/2021
Il potere del sapere
Martha C. Nussbaum
"Per capire bene la complessità del mondo non si possono usare solo la logica e le conoscenze fattuali. Le persone hanno bisogno di un terzo elemento, strettamente correlato ai primi due, che possiamo chiamare immaginazione narrativa. È la capacità di pensarsi nei panni di un altro, di essere un lettore intelligente della storia di quella persona, di comprenderne le emozioni, le voglie e i desideri. Coltivare l’empatia è stato uno dei punti chiave delle migliori concezioni moderne di istruzione democratica. Buona parte di questo insegnamento è dato dalla famiglia, ma anche la scuola e l’università svolgono una funzione importante. Per questo, devono attribuire una posizione di primo piano alle materie umanistiche, letterarie e artistiche, utili a una formazione di tipo partecipativo che attivi e perfezioni la nostra capacità di vedere il mondo attraverso gli occhi di un altro".