Lettera a Jeff Bezos | Newsletter N.1/14
A partire da oggi, data di invio del primo comunicato stampa, per un anno esatto, fino al 2 giugno 2026, prenderò in mano le redini di questa newsletter. Un passaggio di testimone da Raffaele Castagno a me, che di questa newsletter racconto la genesi proprio in Lettera a Jeff Bezos.
Era il 2016. Allora lavoravo nel Team per la Trasformazione Digitale al Governo, e proposi di creare una rubrica interna per aggiornare colleghi e stakeholder sui progetti in corso e sullo scenario - italiano e mondiale - del digitale. Ma per me era già molto di più. Era un luogo di relazione. Un filo rosso tra le persone.
Ogni giorno scrivevamo storie, condividevamo riflessioni, selezionavamo articoli dalla stampa nazionale e internazionale. E li mandavamo a chi volevamo portare a bordo, a chi faceva il tifo per noi, ma anche a chi ci criticava. E qualcosa accadde: le persone cominciarono a rispondere, a sentirsi parte.
Da lì è nato Binario 9 ¾, un esperimento di comunicazione pubblica interna ed esterna emozionale che ho poi portato nel privato, e che ha ispirato tanto del mio modo di lavorare.
Per me, le newsletter non sono semplici parole. Sono ponti. E quando nascono davvero da un bisogno di relazione, possono cambiare le persone. Possono cambiare chi le legge, ma anche chi le scrive.
In Lettera a Jeff Bezos racconto proprio questo: come il sovraccarico comunicativo ci abbia allontanati da ciò che conta, e come ogni gesto - anche un’email - possa ritrovare valore se scritto con cura, con la volontà sincera di entrare in relazione. Per scegliere contenuti di qualità. Per conoscere innovatori e appassionati. Per coinvolgerli nella tua missione.
Oggi, troppo spesso, le newsletter vengono confinate solo al marketing. Io continuo a vederle come reti di relazione. Connessioni tra storie, sogni e progetti.
Parola dopo parola.
L’ho chiamata Scrittura Creatrice. Una scrittura che spegne la mente giudicante e lascia emergere quella profonda. Quella che sa chi sei, cosa vuoi, e dove vuoi davvero andare. Perché se ci metti dentro verità, ascolto e senso - in due parole: relazioni umane - nessun algoritmo potrà mai sostituirla. Anzi, può diventare il suo alleato. Per scavare più a fondo. Per trovare i tesori nascosti con cui sono lastricate le nostre vite sempre più onlife.
Ogni ultimo martedì del mese, sarò io a inviarti questa newsletter. Ogni numero conterrà una parte del libro, nato anche grazie alle letture quotidiane che Raffaele ci segnalava. Oggi iniziamo dall’introduzione. Poi, mese dopo mese, attraverseremo i 12 capitoli, ognuno con una lezione appresa, un principio di leadership Amazon riscritto con mente e corpo. Riscritto, potremmo dire, spegnendo la mente di superficie e accedendo a quella profonda.
Il 2 giugno dell’anno prossimo, chiuderemo questo viaggio con la postfazione firmata da Sidrea Besacchi, la mia maestra di Bioenergetica Umanistica. Una conclusione molto importante per me, perché svela lo strumento magico che mi ha salvata tante volte nelle peripezie della vita.
Ti porterò con me, passo dopo passo, tra le immagini, i link, le ispirazioni che hanno dato forma a ogni parola. E sì, svelerò anche parti del libro: certo, il mio consiglio è leggerlo in carta, ma questa è una storia che nasce nel digitale per poi fiorire nel mondo fisico. Nasce onlife. Proprio come questa newsletter.
Partiamo, allora?
Il 25 febbraio 2021 ho scritto una lettera a Jeff Bezos, il fondatore di Amazon. Ho lavorato con la sua azienda per quasi vent’anni: prima informalmente, dal 2003, per uno dei suoi principali manager a livello mondiale, poi ufficialmente, dal 2009 al 2021.
È stato un sogno: ho amato l’energia di chi osa, l’ambizione di costruire qualcosa che non esisteva, la sensazione di essere parte di una rivoluzione che avrebbe cambiato il mondo.
Finché, un giorno, ho visto quel sogno incrinarsi. Non è successo all’improvviso, ma a poco a poco. Il racconto che facevo di Amazon e quello che vedevo con i miei occhi hanno iniziato a divergere. Ho dovuto scegliere: rimanere fedele a una narrazione illusoria o raccontare la mia verità. Oggi condivido quella lettera con voi, perché non è stato solo un messaggio per Jeff Bezos. È stata, ed è tutt’ora, una riflessione su cosa accade quando il sogno di una vita si trasforma in qualcos’altro. Su come riconoscere il momento in cui dobbiamo cambiare direzione. E su cosa significa, davvero, scegliere chi vogliamo essere.
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CARO JEFF | Il testo integrale della lettera inviata a Bezos il 25 febbraio 2021
Diciassette anni di dedizione. Un’intera carriera costruita sull’ispirazione di un uomo e della sua impresa. Ma anche l’onestà di sapere quando è ora di fermarsi. È lettera pubblica a Jeff Bezos, inviata il 25 febbraio 2021, che oggi suona come una dichiarazione d’indipendenza, un atto al contempo d’amore, rottura e speranza. Perché siamo in quella che molti definiscono l’era del cuore, l’era in cui è necessario anteporre il quoziente emotivo a quello intellettivo.
INTRODUZIONE
Nel suo discorso alla Princeton University, nel 2010, Jeff Bezos condivise una storia personale:
Avevo dieci anni e stavo viaggiando in macchina con i miei nonni. Mia nonna fumava, e io, piccolo nerd appassionato di numeri, decisi di calcolare quanti anni di vita avrebbe perso continuando a fumare. Con orgoglio, annunciai il risultato: nove anni. Mi aspettavo un elogio, ma lei scoppiò in lacrime. Mio nonno mi guardò e, dopo un po’ di silenzio, disse con calma: Jeff, un giorno capirai che è più difficile essere gentili che intelligenti.
Quel discorso mi colpì molto. L’intelligenza può essere un dono, ma la gentilezza è una scelta. E alla fine, la nostra vita sarà la somma delle scelte che avremo compiuto. Ma cosa succede quando sono proprio quelle scelte, fatte in nome di un ideale, a portarci lontano da noi stessi, lontano da noi stesse? Quando la visione che ci ha guidati inizia a mostrare crepe pian piano sempre più profonde? Guardarsi indietro richiede coraggio. Serve fermarsi, riconoscere il punto in cui ci siamo persi e scegliere – ancora una volta – da che parte andare.
La mia storia con Amazon è cominciata nel 1995, quando sentii parlare per la prima volta di un imprenditore americano che voleva vendere libri online. Per me, appassionata lettrice, fu una folgorazione. Quel progetto racchiudeva, allo stesso tempo, una promessa della conoscenza e una visione del futuro.
Per anni, ci ho creduto profondamente. È stato un sogno che ho coltivato, raccontato, persino protetto. Ho creduto nel digitale come motore di democratizzazione, come tecnologia al servizio della fioritura umana.
Le cose, con gli anni, sono cambiate. Il divario tra narrazione e realtà si stava ingigantendo, e io non mi riconoscevo più in quella visione iniziale. Non potevo fare finta di niente: qualcosa si era spaccato.
Questo libro nasce proprio da quella frattura. (…)
Continua su carta e puoi leggerne un estratto un po’ più ampio nel bellissimo sito realizzato da Paolo Ottavian che non finirò mai di ringraziare.
Puoi già prenotarlo online, anche prima che arrivi sugli scaffali delle librerie fisiche, dove ti consiglio di cercarlo a partire dal 5 giugno. Ma lascia che ti confidi un desiderio: acquistalo dove preferisci, davvero. Però, se ti va di lasciarmi una recensione, facciamola arrivare dritta al destinatario. Scrivila su Amazon.
Perché sì, il sito lo conosci. Ma qui trovi il link diretto alla pagina dedicata al mio libro. E lo so, per un’autrice le recensioni sono un dono prezioso. Ma in questo caso lo sono anche per l’algoritmo. Che - una volta tanto - potrà essere alleato. Per parlare proprio con chi l’ha inventato. In ogni numero di questo nostro appuntamento, dedicherò una rubrica alle vostre parole. Grazie dal cuore.
Se ti va, infine, di passare dalla relazione digitale a quella umana, ogni martedì a partire dal 3 giugno ti aspettiamo in chiesetta, dalle 18:00 alle 20:00.
Una tisana calda, un tè profumato o dei biscotti vegani al cioccolato fondente fatti in casa saranno il pretesto. Il resto lo farà la voglia di incontrarsi davvero e leggere insieme il mio libro, il tuo o qualsiasi libro ti faccia piacere portare con te. Ogni tanto ci saranno piccole-grandi sorprese, ma per scoprirle, ti consigliamo di leggere la nostra newsletter. Iscriviti qui così saprò che passi e metti in nota quando.
La comunicazione del libro è curata da Iacopo Mancini, che giorno dopo giorno dimostra – a me e a chiunque abbia la fortuna di conoscerlo – che la seniority professionale non è una questione di età. Insieme a lui, Francesco Sicchiero, con cui avrei dovuto firmare il manuale di Relazioni Umane da cui tutto ha preso forma, durante il nostro Atelier delle Relazioni.
E poi c’è Lorenzo Carnielo, che ci ha estasiati con il suo monologo teatrale nella seconda edizione dell’Atelier e che oggi ha scelto di entrare in Mirandola Comunicazione per onorare la sua missione: fare cool things with cool people.
A ben pensarci, anche Francesco l’ho conosciuto grazie a un monologo teatrale. Tutte storie che, a partire dal prossimo numero, racconteremo insieme, con la loro firma.
Ci sono molte altre persone che stanno contribuendo a questo progetto, ma ve le presenterò una alla volta, appuntamento dopo appuntamento.
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ABBEVERARSI ALLA SORGENTE VIVA DELLA MAPPA DEL DIGITALE IN ITALIA
È il 22 maggio 2025, sono le undici del mattino, sono in un ascensore al Politecnico di Milano insieme a Iacopo Mancini e Lorenzo Carnielo verso un incontro che ha il sapore di un ritorno. Ricevo lì in mano la prima copia fisica del mio libro. Un momento che non dimenticherò. Grazie Iacopo.
In sala, i protagonisti della storia che quel libro racconta. Andrea Rangone, Alessandro Perego, Riccardo Mangiaracina, Marta Valsecchi, Valentina Pontiggia, Andrea Lamperti, Barbara Balabio. Ci siamo lasciati con la convinzione che le Relazioni Umane siano la radice più profonda del nostro lavoro e della vita stessa. E con la certezza che i sogni, per diventare realtà, hanno bisogno di disciplina e progettualità. Un sogno l’ho condiviso proprio quel giorno, e presto sarà il momento di scriverne. Con una scrittura che è sempre più creatrice e che descrivo anche nel libro, perché a me ha dato tanto. È giunto il momento di condividere e diffondere questo approccio che ho chiamato Scrittura Creatrice.
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L’ANTEPRIMA DEL LIBRO AL NETWORK DEL GIORNALISMO COSTRUTIVO
La prima volta che ho parlato in pubblico di questo libro era il 9 maggio a Roma nell’incontro del Network del Giornalismo Costruttivo.
Tutto comincia con una domanda semplice, quanto rivoluzionaria: “E se le Relazioni Pubbliche diventassero Relazioni Umane?” È il 17 maggio 2024, sono le 11:08 del mattino, e Assunta Corbo scrive un’email che accende la miccia. A un anno esatto da quel momento, ho avuto la fortuna di essere sul palco del Network del Giornalismo Costruttivo per dare l’anteprima di un progetto nato da quella scintilla: “Lettera a Jeff Bezos”. L’esito è un libro articolato in 16 principi, 12 capitoli, 10 lezioni. Un decalogo che diventa il Manifesto delle Relazioni Umane, non come dottrina, ma come eredità vissuta, da trasmettere e rilanciare. Non vogliamo metterci in cattedra. Vogliamo condividere. Non una teoria, ma una vita. Non un decalogo rigido, ma esperienze vissute: scelte facili, scelte difficili, momenti di successo e momenti di smarrimento.
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OGGI COSTRUIAMO
In un tempo in cui il giornalismo è spesso schiacciato tra urgenze e algoritmi, il Constructive Network rilancia. Nato nel 2019 da un’intuizione di Assunta Corbo e sei colleghi – Mariangela Campo, Angela Di Maggio, Isa Grassano, Marco Merola, Andrea Paternostro e Vito Verrastro – ora diventa un’associazione, fondata ufficialmente il 7 aprile 2025, e presentata il 9 maggio a Palazzo Valentini, Roma. “Abbiamo costruito tanto, ma ora dobbiamo farlo insieme”, spiega Assunta Corbo. Il giornalismo costruttivo ha bisogno di una casa, di una voce corale, di uno spazio che faccia crescere. E questa casa ha fondamenta nelle storie di chi ha saputo resistere, insistere, creare legami anche quando sembrava impossibile.
I PROSSIMI APPUNTAMENTI
Il 29 maggio alle 19.30, a Ècate Caffè Libreria, presenterò il libro con Assunta Corbo, fondatrice del Network del giornalismo costruttivo e curatrice della Collana Colophon di Do it Human.
Dal 20 al 22 giugno parteciperò al Digital Detox Festival, organizzato da Alessio Carciofi a Sauris (UD) di cui scriverò presto su Medium. Il 21 giugno avrò il piacere di confrontarmi con Guido Saracco e Nicola Zamperini dalle 10:45 alle 11:45 in un incontro dal titolo Algoritmi, AI e sostenibilità: il futuro ci renderà più liberi? e poi proporrò un workshop dal titolo Siamo semi: scrivere per ritrovare la scintilla dentro di sé, un laboratorio esperienziale tratto dal percorso di Scrittura Creatrice "Destinazione Sé".
Attraverso la meditazione del bambù e un esercizio di "scrittura creatrice", un metodo che ho ideato, semineremo nuove intenzioni dentro di noi. Non serve saper scrivere: basta lasciare andare le regole e farsi trasportare dalla gioia. Porto io semi di bambù, carta e matite: sarà un viaggio di semina interiore, leggero e potente al tempo stesso.
Qui trovi le bellissime esperienze che potrai vivere a Sauris. Iscriviti, sarà bello.
Il 24 giugno alle 18 sarò alla Libreria Toletta di Venezia (la più antica libreria della città) moderata dall'amico Alessandro Doria, presidente di Terre Perse per Ritrovarsi e organizzatore del Festival Riflessioni Lagunari.
Un luogo e un tempo che potremmo definire positivamente sospetti: in una Venezia blindata dal matrimonio di Jeff Bezos e in preda alla frenesia per quell'evento, la Libreria Toletta sarà musica attivista con Lotta, sarà poesia con il poeta performativo Logos, sarà quiete nel caos delle nostre vite. Racconterò in un post dedicato la bellezza di quella serata.
La cura è un atto di resistenza.
Una persona si alza, un’altra la segue,
diventa folla che avanza, incalza, incede
promesse scritte e speranze sulle bandiere
un cerchio si apre e possiamo insieme ballare.
Voglio solo ballare.
Ballare anche male,
per le strade, in camera, a scuola,
sui treni, in metro, in casa con nonna,
ai cortei, o sotto un portico anche se piove.
Voglio solo ballare. Ballare anche male.
Ballare male – testo e interpretazione di Lotta, etichetta Revolutional, House of Music, management a cura di Alex Braga. Presto la potreste ascoltare.
Questa la citazione che apre il libro.
E questa la dedica:
A Riccardo, che sogna di vincere Wimbledon e sta scrivendo una saga manga che, lo so, incanterà il mondo. Il suo talento, la sua dedizione e il suo coraggio di credere nei sogni mi ispirano ogni giorno.
A Carlotta, l’artista attivista, la musicista e la cantante che, con la forza della sua arte e della sua voce, sta trasformando il mondo, una nota alla volta, in un luogo più giusto, umano e sostenibile.
A Mauro, l’amore della mia vita. Mi ha insegnato che ogni sogno può diventare un progetto e ogni progetto una realtà, con il coraggio di guardare sempre avanti, senza mai dimenticare chi siamo e da dove veniamo.
E infine a Edoardo Re, un bambino che non ho mai conosciuto, ma i cui occhi sgranati e pieni di meraviglia – quando mi fermo davanti alla sua lapide nel cimitero di Fidenza – continuano a raccontarmi di desideri che non hanno avuto il tempo direalizzarsi.
Per tutti i sogni che dobbiamo trovare il coraggio di realizzare, anche in suo onore, visto che a lui non è stata data la possibilità.
Un numero un po’ più lungo del solito, lo so. Dal prossimo prometto di essere più sintetica (o almeno ci proverò). Se ti piace l’idea di questo viaggio insieme, inoltra questa email a chi pensi possa apprezzare il viaggio con noi.
Suggeriscile - o suggeriscigli - di iscriversi.
Sarà una bella avventura da vivere insieme. Onlife.