Back to the future, il futuro è di carta?
Taccuini, diari, quaderni, persino riviste che puntano sull'edizione cartacea, "un modo più ricco di consumare i media". Nell'hype dell'IA, la carta rimane evergreen
“Il libro è come il cucchiaio, il martello, la ruota, le forbici. Una volta che li avete inventati non potete fare di meglio. Non potete fare un cucchiaio che sia migliore del cucchiaio.”
E se questa celebre frase di Umberto Eco fosse valida anche per la carta? Intesa come materia prima di giornali, taccuini, agende e diari? Insomma un back to the future nel segno della carta è possibile?
La rivista satirica americana The Onion sembra prendere la cosa molto sul serio. E così, come abbiamo raccontato in qualche numero fa di Binario ONLIFE, mentre diversi magazine hanno già stretto accordi con società di intelligenza artificiale, la testata ha iniziato a distribuire un’edizione cartacea per la prima volta, con l’intenzione di consegnarla mensilmente a tutti gli abbonati. Insomma “The Onion pensa che la carta sia il futuro dei media”, nota Antonio Dini su Mostly Weekly. E del resto il suo direttore, Jordan LaFlure spiega: “Per lo stesso motivo per cui i diciottenni comprano Taylor Swift in vinile, possiamo convincere quegli stessi ragazzi dell'idea che una pubblicazione stampata sia un modo molto più ricco di consumare i media”.
Una scelta che cade nell’hype dell’intelligenza artificiale. Ma siamo sicuri che l’IA porterà benefici straordinari in termini di produttività, rivoluzionando le nostre vite? La domanda la consegna l’economista del MIT Daron Acemoglu, che rileva come nessuna delle attuali previsioni sia supportata né dai dati né da alcuna teoria economica. IA generativa che deve molto alla tenace ricerca di una donna, Fei-Fei Li, docente all’Università di Stanford, che nel suo libro Tutti i mondi che vedo racconta le principali tappe, personali e professionali, che l’hanno portata a essere una protagonista di primissimo piano nel mondo dell’intelligenza artificiale.
Un futuro di carta allora? “Sai che c'è una parte della nostra clientela che compra un Moleskine nuovo ogni volta che entra in negozio? Alcune persone lo fanno una volta alla settimana. Non abbiamo idea di cosa ci facciano.” La domanda dell’addetto vendita della libreria Barns & Noble sulla quinta strada a New York forse è la medesima che ci poniamo noi tutti che viviamo nell’era dello smartphone e dei tool digitali.
Roland Allen, che ai taccuini ha dedicato un intero libro, in un bellissimo pezzo pubblicato su The Walrus, non ha dubbi: “Scrivere un diario mi fa felice; tenere liste di cose da fare mi rende più affidabile (e più contente le persone intorno a me), e ho imparato a non andare mai a una visita medica, o a un incontro di qualsiasi tipo, senza prendere appunti. Ma ci sono anche benefici creativi. Ogni artista che ho incontrato sembrava avere un taccuino a portata di mano, così come i graphic designer — e persino i web designer, il cui prodotto è completamente digitale. Anche gli autori possedevano tutti dei quaderni, così come i giornalisti, i critici e altri tipi creativi — e più li usavano assiduamente, migliore sembrava essere il loro lavoro. Lo stesso valeva per il lavoro dei miei colleghi: liste, diagrammi e schizzi generavano regolarmente idee sorprendentemente buone”.
Buona lettura!
IL TASCABILE
IL GRANDE VOLO DELL’IA
Andrea Daniele Signorelli
Come siamo arrivati all’attuale IA? La data spartiacque è il 30 settembre 2012. È in quel giorno, infatti, che un sistema di intelligenza artificiale noto come AlexNet vince la ImageNet Challenge: una gara annuale durante la quale si sfidano i migliori sistemi per il riconoscimento immagini, addestrati tramite il dataset fotografico noto appunto come ImageNet. A crearlo è stata Fei-Fei Li, docente all’Università di Stanford. Nel suo libro Tutti i mondi che vedo racconta tutte le principali tappe, personali e professionali, che l’hanno portata a essere una protagonista di primissimo piano nel mondo dell’intelligenza artificiale. Una ricerca basata sull’importanza fondamentale dei dati che ha spinto Li a interrogarsi non solo sulla possibilità di dare vita a una vera intelligenza artificiale, ma sul senso del suo stesso lavoro: “Quantità sbalorditive di dati, architetture profondamente stratificate ed ettari di silicio interconnessi avevano fatto davvero una differenza epocale. Cosa significava per la scienza? Cosa diceva dei nostri tentativi intellettuali se il segreto del nostro lavoro poteva ridursi a una cosa così palesemente quantitativa? A una cosa che, in fin dei conti, sembrava forza bruta?”
PROJECT SYNDCATE
DON’T BELIEVE THE AI HYPE
Daron Acemoglu
”Se ascolti i leader del settore tecnologico, i previsori del settore commerciale e gran parte dei media, potresti credere che i recenti progressi nell'IA generativa porteranno presto a straordinari benefici in termini di produttività, rivoluzionando la vita come la conosciamo. Eppure, né la teoria economica né i dati supportano previsioni così straordinarie”. Che dire degli effetti sui lavoratori, sui salari e sull'ineguaglianza? “La buona notizia è che, rispetto alle ondate precedenti di automazione – come quelle basate su robot o sistemi software – gli effetti dell'IA potrebbero essere distribuiti più ampiamente tra i gruppi demografici. Se così fosse, non avrebbe un impatto così esteso sulla diseguaglianza come hanno avuto le tecnologie di automazione precedenti. Tuttavia, non trovo prove che l'IA ridurrà l'ineguaglianza o stimolerà la crescita dei salari. Alcuni gruppi – in particolare le donne – sono significativamente più esposti e saranno negativamente influenzati, e il capitale guadagnerà più del lavoro in generale”.
THE NEW YORK TIMES
NO JOKE: THE ONION THINKS PRINT IS THE FUTURE OF MEDIA
Benjamin Mullin
"The Onion ha iniziato a distribuire un'edizione cartacea per la prima volta in più di dieci anni e presto la consegnerà mensilmente a tutti coloro che si abbonano al suo sito. La mossa è un ritorno alle origini della pubblicazione come settimanale del campus alla fine degli anni Ottanta. Ma è anche emblematica di una tendenza in crescita nell'industria dei media: cercare nuovi modi per attrarre e fidelizzare gli abbonati digitali”.
THE WALRUS
MOLESKINE MANIA: HOW A NOTEBOOK CONQUERED THE DIGITAL ERA
Roland Allen
“Sai che c'è una parte della nostra clientela che compra un Moleskine nuovo ogni volta che entra in negozio? Alcune persone lo fanno una volta alla settimana. Non abbiamo idea di cosa ci facciano.” La risposta all’addetto vendite di Barnes & Noble sta tutta in questo bellissimo pezzo di Roland Allen: “Scrivere un diario mi fa felice; tenere liste di cose da fare mi rende più affidabile (e più contente le persone intorno a me), e ho imparato a non andare mai a una visita medica, o a un incontro di qualsiasi tipo, senza prendere appunti. Ma ci sono anche benefici creativi. Ogni artista che ho incontrato sembrava avere un taccuino a portata di mano, così come i graphic designer — e persino i web designer, il cui prodotto è completamente digitale. Anche gli autori possedevano tutti dei quaderni, così come i giornalisti, i critici e altri tipi creativi — e più li usavano assiduamente, migliore sembrava essere il loro lavoro. Lo stesso valeva per il lavoro dei miei colleghi: liste, diagrammi e schizzi generavano regolarmente idee sorprendentemente buone”.
DIGITAL JOURNALISM
SECONDO TE È ATTIVISMO?
Francesco Oggiano
I brand sono attivissimi a supportare lo stato attuale delle cose, recita una battuta su X. Battuta che “riassume i miei dubbi sul chiamare brand activism alcune pratiche che magari possono rientrare nel normalissimo campo del marketing. Forse spesso è una questione di aspettative. È un fatto che ancora molti brand non siano un motore del cambiamento, quanto più un accompagnatore del cambiamento, che parte invece dai veri attivisti, quelli che rischiano qualcosa per le loro cause. Ed è un fatto che quello che noi chiamiamo attivismo sia solo un caro e vecchio virtue signaling: un’operazione delle aziende per farsi vedere belle, brave e buone”.
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REDACCIÓN REGIONAL
PANDILLEROS EN FUGA: EL ÉXODO DE LA MS-13 ANTE EL RÉGIMEN DE BUKELE
Bryan Avelar - Carlos García
Per combattere la criminalità organizzata dal 2022 è in vigore nel Salvador lo stato d’emergenza. Centinaia di affiliati sono scappati negli Stati Uniti, in Spagna, Nicaragua Honduras e Messico, dove però, non possono più contare sulla protezione delle gang criminali e non hanno nessun potere: chi detta legge sono i narcotrafficanti dei cartelli di Sinaloa e Jalisco Nueva Generación, in guerra tra loro. Per ricostruire l’esodo degli affiliati dell'Ms-13, un tempo una delle bande più potenti del Salvador, i giornalisti Bryan Avelar e Carlos García hanno intervistato decine di loro. Anche se sono storie molto diverse, le accomuna un passato di violenza, solitudine e assenza di opportunità al di là dalla criminalità organizzata.
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LE PAROLE E LE COSE
IL MERCATO DELLA VIRTÙ. CRITICA DEL CONSUMO ETICO
Estelle Ferrarese
“Le pratiche contemporanee di consumo etico e i discorsi che le accompagnano delineano un regime di attribuzione della legittimità e dell’illegittimità delle scelte e assicurano una distribuzione, necessariamente asimmetrica, di ciò che può essere annoverato tra i danni causati dal mercato, e con essa le responsabilità nei confronti dei soggetti suscettibili di subire tali danni. Tutto ciò delinea un’economia dell’attenzione che crea e ricorda ciò che conta. E che lascia in secondo piano altri atti, altri torti, altre vulnerabilità. Alcuni settori di attività e alcuni tipi di beni, primi fra tutti il cibo e l’abbigliamento, assorbono la maggior parte del discorso sul consumo etico. Alcuni ambiti faticano a farsi strada nella vita morale plasmata dal consumo, ad esempio gli strumenti delle tecnologie immateriali, che hanno la strana capacità di rendere invisibile la realtà materiale su cui si basano – come i componenti minerali di smartphone, rame, piombo, nichel, argento, stagno, alluminio, ecc. –, le condizioni della loro produzione e il loro possibile esaurimento. Allo stesso modo, le condizioni di produzione dei beni culturali sono raramente messe in discussione. Emerge quindi, in controluce, un’etica che si esercita innanzitutto su una materia che ci si può raffigurare molto concretamente, che si impone nella sua pesantezza e grossolanità”.
IL POST
UNA GRANDE COMPOSITRICE ITALIANA DI CUI NON SI SAPEVA NIENTE
Nell'800 la fiorentina Carolina Uccelli si distinse in un settore molto maschile: a riportarne in luce la vicenda è stato Will Crutchfield, direttore artistico della compagnia operistica statunitense Teatro Nuovo, che trovò su internet la partitura in bassissima risoluzione di un’opera di cui non aveva mai sentito parlare prima: Anna di Resburgo, un melodramma in due atti che raccontava la storia di una famiglia di feudatari scozzesi alle prese con tradimenti, assassini e problemi giudiziari.
THE NEW YORKER
IN THE DARK
Il 19 novembre 2005, un piccolo gruppo di Marines statunitensi uccise ventiquattro civili a Haditha, in Iraq. Il caso contro di loro sarebbe diventato uno dei processi per crimini di guerra più noti nella storia americana, ma poi tutto crollò. Nella terza stagione del podcast investigativo del New Yorker, Madeleine Baran e il team di In the Dark esaminano cosa accadde quel giorno a Haditha e perché nessuno fu ritenuto responsabile. Secondo